Vuoi aprire la Partita IVA? Devi ascoltare cosa ho da dirti.

Mettersi in proprio può spaventare. Ecco alcune cose da tenere a mente prima di aprire la partita iva.
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Quest’anno aprirete la vostra partita iva? 

Ci state semplicemente pensando? 

Bene! 

Oppure l'avete appena aperta?

Benissimo!

Io l'ho aperta nel 2015. Sono passati un po’ di anni e voglio condividere con voi le informazioni che mi sarebbe servito conoscere, per risparmiare tante fatiche, e che ho scoperto solo dopo averla aperta.

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Oggi voglio essere utile a chi si appresta ad iniziare la fantastica avventura della partita iva. Perché è veramente una avventura fan-tas-ti-ca!

Che nessuno si faccia terrorizzare da quello che vi diranno amici, parenti o da quello che troverete online. Certo, ci sono cose che se le avessi sapute prima mi avrebbero fatto risparmiare contrattempi, soldi, interrogativi, ansie e paure. E proprio di queste parleremo oggi.

Ho sintetizzato tutte le cose imparate in questi anni in 5  punti chiave. 

Prima di iniziare voglio consigliarvi Fiscozen, un servizio online per la gestione della Partita IVA totalmente online che vi offre una consulenza gratuita per valutare la vostra situazione, trovate il link in descrizione.

Cominciamo quindi dal primo punto: quando aprire la partita iva?

Quando aprire la partita iva?

Solitamente si apre la partita iva per due motivi: si vuole fuggire da qualche cosa (un lavoro che non ci piace, collegi odiosi, frustrazioni, vicoli ciechi in cui ci si è lavorativamente cacciati…) oppure si vuole andare a costruire qualche cosa di bello e di grande. Qualche cosa che cambi il mondo, o che comunque lo migliori. Qualche cosa che sia il nostro particolare contributo.

Non sempre queste due cose si presentano marcatamente separate, è possile che a spingerci sia un mix delle due.

Certo aprire la partita iva spaventa, ma problema principale di una partita iva, non sono le tasse da pagare o gli obblighi burocratici. Considerate che l’apertura è gratuita con un servizio come Fiscozen quindi non avrete costi iniziali. Quello che spaventa sono gli utili, quindi nel momento in cui si apre, la partita iva deve essere la formalità con cui si chiude un lavoro preparatorio e non il primo passo della sfida.

Quindi concretamente quando la si apre la partita iva?

Concretamente è un’attività imprenditoriale e quindi è necessario avere un approccio imprenditoriale se vuoi avere successo. Bisogna predisporre, pianificare e lavorare in anticipo senza ascoltare le cassandre o i profeti di sventura che ti terrorizzano sulle incongruenze del sistema fiscale, né dando retta agli entusiasti del freelancismo che ti spronano a bruciare le navi dietro di te e a buttarti… tanto loro non rischiano nulla ad incitarti a cadere nel burrone.

La partita iva non è una strada per tutti. 

Aprirla comporta un rischio, come ogni cosa bella della vita. Trovate una cosa bella che non comporti dei rischi e vi offriró una birra. 

È un po’ come fidanzarsi, è una cosa bella anche se c’è il rischio che non finisca bene…. Inoltre, così come si pensa di aprirla si può decidere di chiuderla perché si ritorna dipendenti oppure si apre un’impresa differente, più grande.... Fa parte della vita anche questo. 

La partita iva può non essere una scelta a senso unico e senza fine.

Per mettersi in proprio serve avere un’offerta chiara

Ma passiamo al secondo punto.

Il secondo aspetto che voglio toccare è quello dell’offerta di servizi. 

Se sei un libero professionista devi sapere cosa vendi e avere un’offerta chiara. Non è sufficiente dire “Faccio foto, faccio social media, faccio consulenza marketing, faccio il designer”. No, serve avere una proposta precisa e sapere se c’è un mercato per quella determinata offerta. 

La gente deve capire che vantaggio ottiene acquistando i tuoi servizi e quanto gli costa. 

Per questo si fa solitamente - per tempo - un’analisi del mercato e se la nostra offerta non ha concorrenti, non è detto che sia buon segno. 

Se ci sono altri professionisti bravi nel nostro ambito, potrebbe essere un ottima opportunità perché nessuno ci potrà impedire di diventare bravi come o più di loro. Dobbiamo solo fare il percorso che loro hanno già fatto prima di noi e per farlo dovremo partire da quello che ci rende unici. Insomma nessuno deve pensare a noi dicendo: “Quella cosa fa? Oppure “quello cosa vende?”.

Controllo delle entrate e delle uscite

Il terzo punto, per me fondamentale, è quello di avere un’ottima capacità di dominio sulle entrare e soprattutto sulle uscite. 

Chi non ce l’ha, non può considerarsi pronto alla partita iva.

All’inizio sarà molto facile tenere sotto controllo le entrate (perché i clienti saranno pochi) e sarà più difficile invece tenere traccia delle spese. 

Poi le cose cambieranno, magari ti servirà un crm (ho ho fatto una puntata proprio sul tema e la metto nelle note)  e diventerà più interessante capire non solo chi ci deve pagare ma anche quando deve farlo e quando lo fa in modo a noi poco conveniente. 

Con il tempo crescerà anche la consapevolezza dell’importanza che ha avere fonti di guadagno differenti, per rendere più robusta la nostra attività e meno dipendente da uno specifico cliente o ad un determinato tipo di business che pottebbe nel tempo, eventualmente, perdere alcuni dei suoi vantaggi.

Rimanendo però sul controllo delle spese ci sono due cose che personalmente mi hanno aiutato molto. 

La prima è quella di avere 2 conti correnti separati, uno per la partita iva e uno personale. Un po’ come se uno fosse il conto aziendale e l’altro fosse il conto personale sul quale giro una sorta di stipendio. 

Con questo piccolo trucco evito le brutte sorprese perché mi è di fatto impossibile spendere i soldi destinati alle tasse, al commercialista e a tutto il resto. É possibile inoltre sapere in tempo reale quante tasse pagare, Fiscozen infatti offre un tool che per ogni fattura che emetti ti dice quante ne dovrai pagare quest’anno e il prossimo.

Fortunatamente la mia banca mi offre gratuitamente un secondo conto personale da professionista. Perciò a costo zero riesco ad avere questo servizio che mi rende più semplice la gestione di questi aspetti.

La seconda cosa è quella di avere una carta dedicata alle spese che mi fa un report ordinato, facile da controllare della mia nota spese. Ogni anno, faccio una sorta di spendig review e vedo subito se ci sono spese che possono essere tagliate. Comodo, facile e sicuro.

Ovviamente, è sempre bene fare un business plan, fissarsi degli obiettivi precisi, misurabili e realizzabili. Ma saper tenere sotto controllo entrate e uscite è il requisito fondamentale che ci servirà mentre imparemo e cresceremo le nostre competenze anche su questi aspetti. Ho visto diversi freelence anche molto preparati, avere enormi problemi di liquidità proprio a causa di una cattiva gestione dei flussi di cassa, perciò attenzione!

Se vuoi aprire la partita iva devo priomuoverti

Il quarto punto è la promozione. Prima di aprire la partita iva bisogna avere chiaro in testa come promuovere e pubblicizzare la nostra attività. Io ho aperto un podcast per poi sbarcare su YouTube.

Ma c’è chi usa i social network, i blog e chi fa solo pubblicità a pagamento.

Non c’è una strada sola, anzi, le possibilità a disposizione sono tantissime e tutte potenzialmente efficaci. 

Ma costruire un personal brand e promuoversi richiede tempo.

Ad esempio io ho usato il preavviso dal vecchio lavoro da dipendete per creare e programmare mesi e mesi di contenuti da pubblicare e per scrivere tutti i testi del sito web.

Viviamo in un epoca in cui se non comunichiamo, impediamo di fatto ai nostri clienti di trovarci. Personalmente consiglio di costruire il proprio personal brand e la propria presenza online con grande anticipo. Ancora prima di dare le dimissioni e di andare dal commercialista ad aprire la partita iva.

Piccola nota, promuoversi è un investimento ma anche un costo ed è da mettere a budget in largo anticipo.

Per mettersi in proprio serve una rete di partner

La quinta informazione che avrei voluto ricevere prima di aprire la partita iva, è l’importanza della rete di contatti e di partner. Lo dico perché se ne avessi capito prima l’importanza avrei costruito meglio e per tempo il mio network.

La vita di chi possiede la partita iva fondamentalmente è una vita abbastanza solitaria che, specialmente all’inizio, ha alti e bassi. 

Vivere i bassi in solitudine è davvero faticoso, occorre quindi una rete di persone al tuo pari da un lato per confrontarsi, dall’altro serve un network di partner per affrontare un mercato sempre più competitivo.

Negli anni, ho trovato molto utile frequentare eventi e barcamp dedicati ai freelance. Ma ancora più utili sono state le sinergie che ho instaurato con aziende o con altri liberi professionisti e imprenditori.

Questi rapporti mi hanno dato e mi danno tutt'oggi, la possibilità di avere un confronto costante con chi vive il mercato in cui opero e mi aiutano a correggere con largo anticipo la rotta nel caso in cui ne avverta la necessità.

Insomma, fare squadra con altre persone è utilissimo e non pregiudica la libertà che si ricerca mettendosi in proprio.

Bene, come vi dicevo questi sono i 5 punti che volevo condividere con voi. Sono tutti organici e fanno sì che la vostra attività possa rimanere sana e profittevole sin dal giorno zero.

A questi ne aggiungo uno che riguarda la parte fiscale. Quindi l’ultimo punto che voglio aggiungere, come avrete capito è relativo a fisco e burocrazia.

Il FISCO e la burocrazia

So che è un aspetto che genera molta preoccupazione.

Già! Questo è un punto che terrorizza moltissime persone. Certo è molto importante, ma non così tanto perché prima di preoccuparvi dello Stato ci dobbiamo preoccupare che la nostra impresa renda e abbia la capacità di rimanere sul mercato.

Se l'impresa non ha basi solide si hanno problemi più importanti dell'identificazione corretta del codice ateco o della scelta del regime più appropriato.

Tutte cose da definire per tempo, sia chiaro, ma vedo su Youtube centinaia di video che puntano tutto sulla paura della burocrazia, sulla tassazione, sui bizantinismi che lo Stato Italiano ci impone e che continua a cambiare vorticosamente anno dopo anno. 

Non viviamo in un Paese che ci semplifica la vita, anzi sembra voglia complicarla il più possibile. Ma questi sono aspetti risolvibili, ovviamente se l’azienda ha clienti e prospera.

Ma come? Il fisco è complesso, ci sono le tasse, l’agenzia delle entrate, l’IVA… come si può risolvere questo problema?

Basta rivolgersi ad un professionista.

Realmente c’è chi può rendere semplici questi aspetti.

Certo, dovremo trovare un commercialista capace e referenziato.

Bisogna sceglierlo con cura perché oltre che competente non deve essere una persona depotenziante.

Se non hai un professionista di fiducia, come ti dicevo, ti consiglio Fiscozen. Qui avrai un commercialista dedicato e specializzato nella tua professione che potrai contattare via chat o telefonicamente ogni volta che avrai bisogno.

Inoltre, avrai un tool di fatturazione anche elettronica, il calcolatore delle tasse di cui ti parlavo prima e la dichiarazione dei redditi inclusa. Nelle note trovi un link che ti dà diritto a una  consulenza gratuita e 50 euro di sconto nel caso tu voglia usare i loro servizi.

Se invece hai già un tuo commercialista di fiducia, io ti consiglio di usare quella consulenza per capire se stai massimizzando i tuoi guadagni. 

Una second option è sempre utilissima specialmente per chi si stà interrogando sulla possibilità di aprire una partita iva in questi giorni di grandi cambiamenti.

Ora mi sembra di aver detto tutto.

Note

Qui trovi la puntata dove parlo del CRM per Freelance.

Qui pui richiedere la consulenza gratuita a Fiscozen.

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