Di Personal Branding tutti ne parlano, ma tu non hai ancora capito di cosa di tratti?
Vorresti lavorare sul tuo Personal Brand ma non sai da dove cominciare?
Ti hanno detto che devi investire maggiormente sul tuo brand personale e sei andato nel panico?
Non ti preoccupare, la puntata di oggi è fatta apposta per te. L'ospite della puntata di oggi è Alessandra Salimbene che ci parlerà di Personal Branding.
Per chi invece non conoscesse Alessandra Salimbene, Alessandra lavora nell'ambito del digital marketing e della comunicazione aziendale. Alessandra è un Personal Branding Coach, cioè aiuta professionisti, manager e imprenditori a comunicare meglio sia online che offline per lavorare meglio, guadagnare di più ed essere più felici.
Il personal branding è fondamentalmente l’utilizzo di strategie di comunicazione e marketing che sono nate per la costruzione dei “brand”, ovvero delle marche, nella promozione di se stessi, di una persona, ovvero di una “marca personale”. Considerando che attualmente viviamo in un mondo dominato dalle relazioni personali, per lo più tramite media digitali, avere un forte brand personale consente di promuovere non solo se stessi e le proprie competenze ma anche le aziende o i marchi che si rappresentano.
La digital reputation è la propria “reputazione on line” ovvero l’insieme di ciò che si dice sulla rete di noi e può riguardare una persona, un professionista, un marchio, un’azienda. Potremmo dire che la digital reputation in qualche modo è uno degli effetti del personal branding, che invece riguarda gli aspetti più strategici e di marketing e che non è solo limitato alla propria attività digitale.
Si, ognuno è un brand, volente o nolente, un proprio posizionamento di marketing, potremmo dire. Quando inizio a lavorare su un progetto di personal branding io suggerisco ai miei clienti di fare caso ai temi per cui le persone si rivolgono a noi e alle parole chiave che utilizzano: spesso e volentieri persone diverse si riferiscono alla nostra persona con dei termini che si ripetono, facendoci caso si può capire quali sono i valori e le competenze che le persone di attribuiscono.
Oggi lavorare sul personal brand in modo consapevole serve a tutti, perché significa comprendere come utilizzare la comunicazione e le relazioni per migliorare la propria vita, sia negli aspetti lavorativi che, in alcuni casi, in quelli personali. Nello specifico è assolutamente indispensabile per chiunque abbia un’attività di tipo professionale o per chi vuole cambiare lavoro o entrare nel mondo del lavoro. Alcune aziende non vedono di buon occhio che il dipendente lavori sul suo personal brand perché pensano che poi la concorrenza lo trovi e lo porti via.
Si tratta di una visione assolutamente miope del concetto. Come non mi stancherò mai di ripetere, la comunicazione oggi è fatta di relazioni personali: noi ci interfacciamo con persone in una continua conversazione che attraversa diversi media anche e soprattutto quando vogliamo acquistare. Le aziende dovrebbero imparare a gestire le personalità dei propri collaboratori, aiutarli a sviluppare il loro carisma (che io considero un elemento del personal branding) e comprendere come questo può migliorare le relazioni all’interno dell’azienda e l’immagine dell’azienda stessa verso il mercato e gli stakeholders.
Un rischio che si corre, in effetti, ma che non riguarda tanto il personal branding quanto la natura stessa dei media digitali. Per esistere nel mondo digitale dobbiamo per forza “apparire”: diversamente non abbiamo fisicità alcuna. Un po’ di narcisismo non guasta: il rischio vero è di diventare autoreferenziali, in questo caso si diventa inefficaci o addirittura deleteri.
Sicuramente da noi stessi: scoprire chi siamo, chi vogliamo essere, cosa abbiamo da offrire agli altri o alle persone a cui vogliamo rivolgerci e da cui vorremmo essere seguiti. Solo con un’idea chiara di noi stessi e di cosa vogliamo ottenere si può impostare una strategia efficace e scegliere gli strumenti più adeguati.
Un buon brand è un brand che sa scegliere una nicchia di riferimento in cui, di fatto, non ci sono concorrenti. Ovviamente questo non è sempre possibile, quindi può essere utile osservare le dinamiche vincenti, capire come il nostro valore aggiunto può compensare eventuali valori aggiunti del concorrente. Il brand è sempre differenziazione: copiare nel medio termine non paga, mai.
Attenzione alla propria immagine personale, un buon servizio fotografico, le competenze linguistiche per esprimersi bene, una ottima capacità relazione on line e off line. Dopo di questo, gli strumenti vanno scelti in base ai propri obiettivi: sicuramente un sito personale con un’area blog, un profilo Linkedin curato, una pagina e un profilo Facebook e, in alcuni casi, Instagram. Nel mondo reale, attività di public speaking, partecipazione a conferenze, corsi ed eventi del proprio settore.
Pensare che sia tutto facile solo perché è accessibile. Un buon progetto di personal branding richiede un approccio professionale a ogni area. Non si fa personal branding con i selfie o con le foto del cugino, non si fa scrivendo post in italiano non corretto o postando gattini, non si fa senza una precisa strategia. E, ultima cosa, non si fa in un giorno: costruirsi un’identità riconosciuta da una community significa lavorare per anni, con assiduità per ottenere risultati concreti.
Sicuramente un professionista può aiutare a definire gli obiettivi, pianificare gli strumenti, scegliere la giusta immagine e il giusto taglio per operare. Tutto ciò che è marketing digitale, sia aziendale che personal, richiede un insieme di competenze specifiche che mescolano sempre: capacità tecniche, competenza di comunicazione, strategia, relazione e un pizzico di creatività.
Se vuoi rimanere in contatto con Alessandra Salimbene puoi seguirla su Twitter, LinkedIn, Instagram e Pinterest.
Ovviamente potrai trovare tutti i suoi articoli su suo sito personale: ThePersonalBrandingCoach.net