Podcast vs YouTube: qual è la scelta migliore?

Lanciare un podcast oppure un canale YouTube: Dove conviene investire per creare contenuti?
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Audio o video? Podcast o canale youtube?

Se stai pensando di investire in content marketing e sei indeciso su quale strada imboccare, dammi 5 minuti perché quello che sto per dirti potrà aiutarti moltissimo.

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Audio contro video: le ragioni per scegliere

Podcast vs YouTube, bello scontro.  

Lanciamo un podcast o apriamo un canale youtube?

Sia il podcast che i video sono due canali di comunicazione che regalano grandi soddisfazioni. Devo però ammettere che scegliere non è semplice perché online si trovano vere e proprie tifoserie dell’uno e dell’altro che tendono a raccontare solo il meglio minimizzando, a volte nemmeno citando, le note sfavorevoli che inevitabilmente ci sono.

Per me è importante fare però una premessa e dirvi che non ritengo corretto paragonare audio e video come se fossero perfettamente. Ciascuno dei due ha delle peculiarità che lo rendono unico e più conveniente in certe situazioni e meno in altre. 

Posso dire di avere un po’ di esperienza in entrambi i campi: nel 2015 ho lanciato il mio primo podcast per approdare ai video quasi 6 anni dopo e per farvi comprendere le differenze, condividerò proprio mia esperienza.

Audio vs. Video: scegliere fra Podcasting e YouTube

Podcast vs YouTube? Vi racconto la mia esperienza

Nel 2015 Merita doveva essere un canale video. Ho fatto un po’ di prove ma ha vinto la paura e la timidezza. Non mi sentivo di accendere la telecamera, mi vergognavo. Così ho optato per i podcast perché qualcuno mi aveva detto che sarebbero stati molto meno complessi da gestire.

Ti sto quindi per raccontare quello che ho appreso in 6 anni di impegno sul campo in modo che tu possa evitare tutta la fatica che ho fatto io e tutti i miei errori di valutazione. Se poi ti va lascia un like o un commento per farmi sapere se quello che ti sto per raccontare ti sarà stato utile.

Come dicevo, mi sono buttato sul podcast perché non sono stato sufficientemente coraggioso da buttarmi sui video. Cosa ho scoperto? Che non era proprio vera la storia che era più facile il podcasting. Come per i video, mi vergognavo della mia voce, inoltre per produrre e promuovere un podcast erano necessarie un sacco di competenze che non avevo. Tant’è che per le prime 3 puntate si sente un bel fischio di sottofondo. Se le riascolto mi smebra di sentire un robot che parla. Insomma si sente tutta l'inesperienza.

Ci ho messo almeno un paio d’anni a padroneggiare il tutto a livello sufficiente (almeno per me), ma in un certo senso posso dire di essere stato comunque molto fortunato: all'epoca, in lingua italiana, c’era così poco materiale da ascoltare che in 4-5 mesi riuscii già a ritagliarmi un bello spazio.

Però oggi produco video per poi ri-pubblicare la loro versione audio su Spreaker, non creo più un prodotto solo audio ed un motivo ci sarà...

Adesso te lo racconto. 

Andiamo per ordine. 

Audio vs. Video: scegliere fra Podcasting e YouTube

Audio vs Video: i criteri per scegliere.

Produrre audio è facile, produrre video è difficile?

Quando c’è da scegliere tra video e podcast molti ti dicono che gestire un audio è più facile rispetto a gestire un video.

Vero ma solo in parte e adesso ti spiego perché.

È chiaro che realizzare un video con molte riprese, da più location diverse, con cambi di abito e differenti inquadrature è senza dubbio molto più impegnativo che registrare sul telefonino una puntata del podcast e poi caricarla su Spreaker.

Ma non è scritto da nessuna parte che debba essere per forza così il tipo di contenuto che vogliamo pubblicare. 

Basandomi sull’esperienza che ho con i video che pubblico ora devo ammettere che ci vuole un 20% circa di tempo in più per gestire i video. Parliamo di un quinto in più di tempo per montare e realizzare il video rispetto a gestire un audio. 

Su questo punto quindi vince l’audio ma non di così tanto!

Perciò la domanda che uno si deve porre è: quel 20% di tempo in più mi fa accedere a delle nuove opportunità? È davvero un risparmio così conveniente?

Inoltre quando si cerca di calcolare l’impegno da dover mettere su questo tipo di investimenti non è possibile separare il tempo di montaggio audio dal tempo di promozione.

Un podcast, una volta pubblicato si stratifica sotto gli altri, i video vivono per anni e vengono sempre riproposti, fanno sempre views. Nel tempo questo aspetto è uno dei punti di forza più interessanti dei video in cui l’audio, per ora perde clamorosamente.

Su questo aspetto ci torniamo tra un attimo, ma il consiglio che mi sento di dare è che se stai pianificando un investimento e la prima cosa che ti viene in mente è quale canale mi fa fare meno fatica, non stai guardando le cose dalla giusta prospettiva.

Bene, allora quale sarebbe la giusta prospettiva?

Scegliere fra Audio e Video è questione solo di obiettivi

La prima domanda che bisogna porsi è: cosa voglio ottenere producendo questi contenuti?

Perché l’obiettivo che ti poni e con cui rendi sostenibile il tuo progetto, plasmano direttamente la forma dei tuoi contenuti digital.

  • Vuoi generare brand awareness?
  • Vuoi fare l’influencer?
  • Vuoi trovare dei lead?
  • Vuoi fare affiliate marketing?
  • Vuoi guadagnare dalle donazioni spontanee di una community?
  • Vuoi ricevere prodotti in omaggio e sponsorizzazioni?
  • ...

Non mi interessa giudicare gli obiettivi, ciascuno ha i suoi, ma ogni obiettivo cambia la forma sia degli audio che dei video che si producono.

Avendo chiaro un obiettivo, saprai chi desideri raggiungere e capirai dove queste persone preferiscono essere raggiunte.

Il mio pubblico dove e quando consumerebbe i miei contenuti?

Conoscere la propria audience è quindi fondamentale per decretare la vittoria nella battaglia Audio vs Video. 

Audio vs. Video: scegliere fra Podcasting e YouTube

Audio e Video: farsi amare vs farsi conoscere

Perché qui podcast e video si comportano in maniera molto differente. Infatti un conto è ascoltare un’intervista in auto, in bicicletta, mentre si passeggia per i boschi e un conto è guardare un’intervista con camera fissa su chi parla, dentro al monitor di un PC o di un telefonino. 

Nel primo caso, se guido per un bel viaggio, posso anche farmi compagnia ascoltando un’intervista di un’ora, due ore, persino 3 ore di chiacchiere in podcast! 

Se invece sono davanti a uno schermo, presterò attenzione solo se quello che dici è di vitale importanza per me. Tutto ciò che non è fondamentale non avrà mai la mia attenzione per così tanto tempo su di un supporto di quel tipo. 

Infatti uno dei principali argomenti per scegliere tra audio e video è l’importanza che ha la retention nel nostro progetto.

Se la retention è il tuo vero obiettivo, allora scegli tranquillamente il podcast. Sulla retention, sulla capacità di irrobustire i legami, sulla capacità di farsi amare dal proprio pubblico, l’audio non ha rivali.

Certo è che se non ti conosce nessuno...anche se hai la retention migliore al mondo cosa te ne fai?

Infatti ora voglio parlarti di discovery, un altro concetto importantissimo per scegliere tra audio e video. 

Quando si parla di discovery si intende la facilità con cui un utente scopre, entra in contatto con i tuoi contenti.

Su questo punto i video, non solo quelli caricati su YouTube, anche quelli caricati sul sito aziendale, non temono rivali. 

Fra SEO e Algoritmo - mi riferisco in particolare a YouTube - i video si fanno strada e si presentano davanti agli occhi di persone interessate anche a distanza di anni dalla pubblicazione.

Per il podcast….? BUONANOTTE!

Se non ti promuovi e non ti fai scoprire vai velocemente nel dimenticatoio.

Come ti dicevo un attimo fa, quando ho iniziato a fare podcasting, l’offerta in lingua italiana era poverissima e nel bene o nel male, la cover del mio prodotto editoriale saltava agli occhi di chi stava cercando qualche cosa da ascoltare. 

Oggi il podcasting mostra proprio qui il suo più grosso limite.

Sono sbarcati su questo canale i grossi editori e le grandi aziende che non hanno solo i soldi ma hanno soprattutto già un’audience da indirizzare verso i loro contenuti audio. 

Inoltre sono arrivati ad investire sull’audio anche un sacco di personaggi famosi e semi-famosi che hanno, per vari motivi, deciso anche loro, di spostare parte della loro audience lì. 

La Murgia, la Lucarelli, Fedez, un sacco di giornalisti noti in cerca di una nuova occasione e persino alcuni youtuber, hanno lanciato i loro podcast invitando i loro follower a seguirli in massa anche su questo canale.

Oggi è difficilissimo non solo vincere la guerra per l’attenzione contro questi colossi, ma anche solo avere una chance per farsi conoscere, di far sapere della nostra esistenza a chi magari sarebbe interessato ad ascoltare i nostri contenuti!

Sì, vero, le piattaforme quando il podcast è nuovo regalano un pochino di visibilità, ma questo “omaggio” finisce presto e se tieni in considerazione che il motore di ricerca delle app per ascoltare i podcast non è Google, non è nemmeno Bing, ma uno strumento davvero rudimentale e primitivo; capisci subito quanto sia difficile emergere senza un bell’investimento in promozione.

Scegliere Audio Podcast o Video Podcast?

Che poi sia pubblicità, il posizionamento sui motori di ricerca perché ricopi le trascrizioni delle puntate sul tuo blog, il social media marketing, gli spot televisivi o radiofonici, vedi tu: dovrai rimboccarti le maniche.

Partendo da zero, per superare il 1000 ascolti la puntata, in breve tempo, non basta appena un buon prodotto editoriale, serve tanto altro...

Non ti devo spiegare che con competitor che registrano in studio (non in ufficio o a casa, dentro l’armadio dei vestiti!), che quando finisce l’episodio ringraziano 20 persone fra tecnici audio, interpreti, vocal coach, copywriter, assistenti, sound designer, e grafici anche la favola che per fare un podcast sia sufficiente un telefonino ormai risulta davvero poco credibile.

Certo! Il setup per fare un video è più costoso rispetto a quello che acquista chi decide di registrare un podcast, ma di fatto è molto simile. Anzi è solo privo delle telecamere, perché per il resto è praticamente identico.

Immagino che se sei qui, stai pensando a cosa comprare, perché magari vuoi lanciare il tuo podcast o il tuo canale YouTube: se vuoi registrare con il telefonino poi farlo tranquillamente, ti invito a farlo e a buttarti quanto prima. Perché fatto è meglio di perfetto. Se invece vuoi investire qualche cosa in più, allora ti sarà utile avere un’idea dei costi di un’attrezzatura più professionale. Per questo ti ho messo nelle note il link al mio setup in modo che tu possa farti un’idea di una configurazione media.

YouTuber vs Podcaster

Quindi audio o video? Ti aiuto a scegliere.

Personalmente sono giunto alla conclusione che la scelta fra audio e video non sia una scelta da fare basandosi su di un criterio economico o di tempo, che poi è sempre un criterio economico, ma che sia più opportuno guardare a cosa vogliamo ottenere e quale audience vogliamo raggiungere.

Se il nostro obiettivo è di irrobustire la nostra relazione con i clienti, aumentare la loyalty di persone che già conosciamo, di membri della nostra community o dei nostri fan (pochi o tanti che siano non importa!) allora l’audio è un canale imbattibile. 

Se è così, le vanity metrics sugli ascolti ci interessano fino ad un certo punto. Se sono persone con cui siamo già in contatto abbiamo già modo di dir loro di spostarsi e di venirci ad ascoltare su uno dei vari player audio che ci sono sul mercato. Mettiamo quindi il nostro focus sulla retention e se qualche nuovo contatto si avvicinerà grazie ai podcast, sarà un di più!

Mentre se siamo alla ricerca di visibilità o di notorietà, se vogliamo fare gli influencer. Oppure se vogliamo farci conoscere da chi ancora non sa chi siamo, se stiamo cercando di ampliare il numero dei nostri clienti, allora i video risultano essere più versatili e adatti. 

Voglio specificare che dico questo non riferendomi esclusivamente a YouTube. Io ad esempio creo questi contenuti per farmi conoscere come professionista; non sono interessato a fare lo youtuber, a me interessa sfruttare YouTube per postare sul mio sito delle persone interessate a ciò che faccio professionalmente. Persone che un domani posso aiutare con quello che so fare. 

Per questo dico che la mia strategia sui video è solo in parte legata a YouTube, perché i video che trovi sul mio sito non sono solo quelli caricati su YouTube ed in generale tutti o quasi, sono ospitati su una piattaforma diversa che mi aiuta a generare lead.

Li carico su una piattaforma apposita di video marketing perché voglio dei dati che YouTube non mi dà e poi mi interessa che tutte queste informazioni siano integrate sul mio CRM. Ne ho parlato nell’episodio 259, se ti interessa il tema ti consiglio di non perdertela.

Ad ogni modo avrai capito: se ti devi far conoscere da persone nuove il video ad oggi è il canale che fa per te.

Podcast vs Youtube

Audio o video: e se facessi tutti e due?

A questo punto la domanda che ti sarà venuta in mente è: se volessi farli tutti e due? Se registrassi i podcast anche in video e lo caricassi su YouTube?

Eh, ma tu vuoi la botte piena e la moglie ubriaca!

Questa idea era venuta in mente anche ad Apple. I più anziani si ricorderanno che su iTunes c’erano sia i podcast audio che i podcast video. Purtroppo quei video non decollarono mai e Apple decise di tenere in piattaforma solo gli audio.

Non è un bel precedente.

Perché sarà successo?

Se prendiamo un video e lo trasformiamo in audio, possiamo sicuramente caricare il file da qualche parte per farlo diventare un podcast, ma sarà difficilissimo crescere in quell’ambito perché l’ascoltatore soffrirà sempre un po’.

Avrà sicuramente una esperienza utente più povera perché per lui sarà irritante ascoltare dei suoni per azioni che non vede (come ad esempio i whoosh di certi cambi scena) e soprattutto, ascoltarti mentre dici “guarda questo grafico” , “clicca qui” o "come si può vedere da questa immagine".

Del resto anche la strada opposta è poco percorribile: prendere un’intervista di 2 ore e caricarla su YouTube in formato video con inquadratura fissa o semifissa è una esperienza poverissima per l'utente.

Chi sarebbe in grado di seguire 2 ore di video ad inquadratura fissa, stando attento e gustandosi la puntata? Nessuno!

Eh ma lo fa Joe Rogan...anche puntate di oltre 3 ore.

AhahhAhhaha

Vero, per carità, Joe Rogan lo fa;  ma è molto probabile che tu non sia Joe Rogan!

È difficile che tu abbia accesso ad un network di celebrities e vip come ha lui, pertanto è molto molto difficile che la tua intervista di 3 ore faccia presa sul pubblico allo stesso modo.

Alcuni podcaster scelgono di pubblicare il loro podcast audio su YouTube con un’immagine fissa che non cambia mai.

L’ho fatto anche io con Merita usando una funzione automatica di Spreaker. La morale è che ci ho guadagnato 1500 follower su YouTube, praticamente a costo zero, ma ho generato problemi con l’algoritmo. Perché se il pubblico aspetta un video e non lo trova oppure se si trova a dover ascoltare 1 ora di intervista ad immagine fissa, il pubblico impiegherà due nanosecondi a salutarti e a cliccare altrove. Tutti segnali che convinceranno l’algoritmo sul fatto che i tuoi contenuti siano poveri di valore. Così verranno fatti vedere sempre a meno persone.

Diciamoci la verità: Audio e Video sono diversi e andrebbero sfruttati correttamente con due prodotti distinti. Il problema è che tutto abbiamo poco tempo...e quindi che si fà?

Io ho cercato di trovare un punto di incontro che stia più o meno a metà strada. Chissà se ci sono riuscito. Credo di avere molti più ascoltatori via podcast che su YouTube, ma ho comunque trovato un equilibrio che mi aiuta a raggiungere gli obiettivi che ho in mente.

Nessuno ti vieta di accorciare i tuoi video perché non c’è scritto da nessuna parte che debbano durare 1 o 2 ore. Puoi tenere presente quando prepari lo script di dire episodio e non video; cercando di confezionare un prodotto editoriale che sia video, ma che in realtà funzioni anche per l’audio. Che è un po’ quello provo a fare io con Merita.

Oppure puoi prendere i tuoi file audio e generare un video con dei frequenti cambi di scena e una certa quantità di b-roll in modo da dare dinamicità e ritmo al video.

In alternativa, per chi opta per l’audio, si può anche registrare in formato video per poi realizzare un riassunto dell’episodio da pubblicare su YouTube.

Oppure sempre sfruttando le medesime registrazioni video si può pubblicare il contenuto audio intero facendolo diventare un podcast, mentre con le battute più interessanti si può generare un nuovo video con quasi le stesse tematiche e dove alcuni snippet vengono usati per impreziosire un prodotto completamente nuovo e differente.

Ad esempio potrei intervistare, che ne so, Mr Beast e pubblicare l’intero audio dell’intervista nel mio podcast e poi usare degli spezzoni di video-intervista all'interno di un nuovo contenuto per YouTube dal titolo Lanciare un podcast oppure un canale YouTube: Dove conviene investire per creare contenuti?”.

Audio vs. Video: pensi di aver fatto la scelta sbagliata?

Come sempre nulla è irrecuperabile. Io ad esempio sono partito giurando di fare solo audio e poi oggi sono contento dei risultati che stanno arrivando dalla mia strategia di video marketing.

L’importante è non bloccarsi nel pensare cosa sia meglio e buttarsi velocemente a produrre contenuti: video o audio non è così importante. L’importante è passare quanto prima all’azione e non star troppo ad aspettare. Entrambe le strade offrono la possibilità di imparare competenze che sono sempre utili, sopratutto quando si capisce di voler cambiare strada e passare dall'audio al video o dal video all'audio.

Note

Nella puntata cito un episodio dal titolo: YouTube vs. Sito Web: Come Definire una Strategia Marketing per i Video Aziendali.

Per conoscere cosa uso per registrare potete trovare sia l'attrezzatura hardware che software.

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