Instagram è un social network che posso valutare per promuovere la mia attività?
Bisogna essere dei fotografi per avere successo con le foto su Instagram?
Instagram funziona solo per la promozione di prodotti oppure posso promuovere anche i miei servizi grazie alle fotografie?
Se anche tu ti poni le stesse domande, la puntata di oggi è fatta apposta per te. Parleremo infatti di come usare Instagram per far crescere il nostro business e lo faremo con un esperto di questo social: Thomas Bandini.
Per chi non conoscesse Thomas Bandini, Thomas è un esperto di social media marketing che ha un'esperienza di 15 anni nel mondo del digital marketing. E con lui coglieremo l'occasione di commentare tutte le novità che nell'ultimo periodo hanno visto protagonista Instagram, uno dei social network più amati al mondo.
Oggi la comunità di Instagram non è più composta da nostalgici della fotografia istantanea e dei filtri lomografici. Al contrario, è una comunità eterogenea, per lo più giovane (il 90% degli utenti ha meno di 35 anni), trasversalmente distribuita per sesso e provenienza geografica.
Una community che posta la media di 80 milioni di foto e video al giorno (e 400 milioni di utenti attivi – twitter 320) e che usa abbondantemente le altre app dell'azienda, in particolare Layout e Boomerang.
Una fotocamera iperrealistica non può più rappresentare una comunità di questo tipo: oggi gli instagramers non sono più interessati alla piattaforma come generatore di foto vintage, ma soprattutto come contenuto e veicolo di condivisione, racconto, vita personale. Sono una comunità nata e cresciuta con il flat design, che nell'arcobaleno di colori ritrova la sua eterogeneità. Ecco che quindi l'idea di rendere neutra l'interfaccia e minimal l'icona acquista un nuovo senso: lasciare spazio ai contenuti dell'utente.
Non è più l'app in sé a fare la differenza: è quindi giusto che diventi flat, iconica, immateriale.
Il motivo principale per cui usarlo, è che è l’app/social col più alto tasso di engagement.
Un esempio ci è dato dal Salone del Mobile di quest’anno, dove sono stati postati quasi 49 mila contenuti a fronte dei circa 19 mila di Facebook (39,5 su Twitter).
Usarlo è molto semplice, oramai tutti - o quasi tutti - abbiamo preso familiarità con l’app che ha anche la gestionalità desktop, seppur più limitata. Da quest’anno tra l’altro è stato reso possibile il multiaccount, e cioè la gestione di 5 account differenti attraverso un solo login indifferenziato, quindi non importa con quale dei 5 account entrate, potete effettuare lo switch agevolmente attraverso il menu a tendina che vi comparirà nella vostra home page cliccando sul vostro nome utente nella barra in alto. Questo si rivela particolarmente utile per i Social Media Manager, che devono gestire gli account di più clienti.
Inoltre è possibile, sempre da qualche mese, effettuare campagne pubblicitarie a pagamento, tuttavia è un’opzione che non sta prendendo il piede desiderato, e in questo senso probabilmente l’errore è stato applicare le stesse dinamiche commerciali di Facebook su una micro-realtà completamente differente.
Sempre di un paio di mesi fa è la decisione di mettere in primo piano tra i suggerimenti dati nel feed gli utenti più “potenti” in termini di like, il che ovviamente va a discapito delle piccole realtà tutte da scoprire, che assieme alla possibilità di comprare like va a creare dei quadri non sempre genuini. Capita infatti spesso che vediamo utenti da 10.000 followers con una media di like a foto di 18, 19. Lì, come per Facebook, dovremmo drizzare le orecchie perché significa che c’è qualcosa che non va. Inoltre da qualche settimana si sta testando il pulsante Contatta per i profili Business (prima vi era solo la possibilità di inviare messaggi in direct), e l’inserimento a breve degli Insight come per Facebook, statistiche che saranno applicabili sia all’utente che al singolo post.
Pinterest è finalizzato a condivisione e ricerca di materiale
Instagram verte più sulla condivisione e lo storytelling.
È un diario personale per immagini dove interagire con altri utenti e dove è possibile diventare Influencer: Instagram è infatti la piattaforma col più alto numero di Influencers.
Il concetto di Blogger stesso è cambiato con lei: un tempo vi erano piattaforme dedicate, spazi personali - blog per l’appunto, creabili su Splinder, WordPress - ed erano una sorta di diario digitale dove l’immagine era possibile, ma non centrale, al contrario del post di testo; con Instagram il Blogger è un produttore di immagini a tutto tondo, e se abbastanza bravo da creare intorno a sé sufficiente engagement, è in grado di suggerire ed influenzare gusti ed opinioni, e di essere conosciuti.
Inoltre, come detto prima, vi sono delle dinamiche business come le campagne ADV, la compravendita di Like, gli Insight e i profili Business, che mostrano come la piattaforma sia rivolta più all’utente che ai contenuti - contrariamente a Pinterest dove ciò che è centrale è la bacheca e ciò che contiene.
La prima domanda è: a chi ci rivolgiamo? In base al target si sceglie una strategia oraria e grafica adeguata, e una scelta degli # che possano raggiungere quel determinato tipo di pubblico.
Per vincere sui social, bisogna essere genuini.
Su Instagram questa regola vale ancora di più, perché ciò che viene messo sotto gli occhi di tutti è il tuo sguardo. Quindi non conta quanti followers hai, la considerazione dell’audience sarà calibrata interamente sui contenuti che scegli di condividere, la loro qualità e la tua personalità.
Sviluppare una buona relazione con i followers e interagire con loro è fondamentale. A questo si possono aggiungere poi delle strategie e dei piccoli accorgimenti: ad esempio vi sono stati studi che hanno individuato alcune costanti sulle immagini di successo:
Nella Suite Instagram sono compresi Layout, Hyperlapse Boomerang. La prima app ci permette di prendere più scatti e fare una sorta di collage con le nostre foto inserendola in una, la seconda ci permette di creare dei mini video (eliminata la soglia dei 15secondi), particolarmente utile per i tutorial che sono diffusissimi per il DIY (Do it Yourself) e per le ricette di cucina (e il Food con il Fashion è uno dei due grossi campi tematici trattati da Instagram) e il terzo ci inserisce in un contesto molto gradito ultimamente, che è quello delle gif animate. Quindi l’immagine resta sempre al centro, ma viene dotata di dinamicità. Quindi sì, soprattutto per il food, i video possono rivelarsi un ottimo strumento per aumentare l'engagement.
Si inizia facendo una ricerca e uno studio dell’utente a cui vogliamo rivolgerci:
Ovviamente, la base è l’#. Lanciato da Twitter, snobbato da Facebook, su Instagram l’hashtag è il riferimento fondamentale di ricerca. Se vuoi essere trovato, dovrai inserirti e catalogarti nei campi giusti. Se ne possono usare fino a 30 per immagine.
I più utilizzati sono:
Tutti sono inventati dagli utenti, ma solo alcuni riescono ad avere una vera potenza sul social, si pensi all’ #igers che sta per Instagramers: una parola diventato un # multiapplicabile e derivante da un’autodefinizione dell’utente, “Instagramer”, utilizzatore di Instagram.
Si tenga poi conto delle statistiche:
Provenienza, fascia d’eta e genere possono rivelarsi assai utili per la ricerca di # attraverso il profilo utente.
Qui ci si ricollega all’importanza di essere genuini e del saper dare la giusta attenzione al proprio pubblico. Come in ogni cosa, ci vuole costanza, e l’interazione diventa fondamentale.
Foto scattate direttamente da iPhone o Photoshop.
Gli strumenti che uso si dividono fra quelli gratuiti e quelli a pagamento:
Se vuoi saperne di più su Thomas Bandini, puoi iniziare dal suo sito.
Ovviamente Thomas è su Instagram, seguilo anche lì.
I tool citati da Thomas durante la puntata sono: