La formazione aziendale è il motore della competitività

Quando le cose vanno bene le aziende non hanno tempo di fare formazione. Quando poi le cose vanno male, le aziende non possono investire in formazione. Ma la formazione aziendale è il motore della competitività, perché non è una scelta strategica per le aziende?
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Perché la formazione aziendale non riesce ad avere in Italia un ruolo strategico?
Come avrete capito la puntata di oggi riguarda la competitività, partendo dal principale motore che mantiene le aziende competitive: la formazione.
Parliamo tanto di digital transformation, industry 4.0, nuovi modi di vendere e poi diamo per scontato che per arrivare a certi traguardi non sia necessario imparare.
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Ora dobbiamo essere onesti, se ci interessa la trasformazione vera, se ci interessano le performance vere e se ci interessa l’industry 4.0 sul serio, non possiamo dimenticarci della formazione. Facile parlare di industry 4.0 per fregare un po’ di finanziamenti, facile comprare i giocattoli digitali senza poi spiegare alle persone come sfruttarli e lamentarsi che “non hanno funzionato”...eh il CRM non funziona!!!!
Improovo la soluzione per la formazione aziendale
Insomma, oggi sembra che la formazione sia fondamentale solo per chi la vende. Siccome a questa affermazione non credo affatto, ho pensato di chiamare Germano Verì, amministratore delegato di Improovo, una startup innovativa di quel segmento di mercato che è l’HR-tech.
Per chi non conoscesse Germano, Germano Verì è un ingegnere che ha costruito la sua carriera gestendo team di formatori e vendendo formazione. L’azienda di Germano è una piattaforma in cui si incontrano domanda e offerta di formazione, mi è sembrato così interessante chiedere a lui come poter rimettere al centro la questione formativa.
Ne è nata una interessante chiacchierata. Buon ascolto.

Ho girato qualche azienda e ho avuto l'impressione che, tranne in pochissimi casi, la formazione si facesse solo quando ci sono dei fondi da spendere. Perché in un mondo che cambia così velocemente la formazione ha in Italia un ruolo così poco strategico?

La formazione aziendale serve?Bella domanda. Bella e storica. Se la pongono tutti gli operatori del settore, ma, cosa assai più buffa, se la pongono spesso anche le aziende come se non fossero esse stesse fautrici del proprio destino in questo senso. Le ragioni possono essere diverse, ma inevitabilmente si rifanno tutte ad uno scorretto, ancor più che antiquato, approccio culturale alla formazione dei dipendenti. Alla fine tutta quella serie di banalità che leggiamo ad esempio sui social come Linkedin (penso ad esempio alla solita frase “Se pensi sia costoso assumere un professionista aspetta di vedere quanto ti costa assumere un dilettante” o al celeberrimo dialogo fra CEO e CFO) ci hanno decisamente annoiato, sono un pò dei riempipista digitali quando si tratta di voler avviare un thread pseudo-polemico su questi temi, ma racchiudono ovviamente un elemento di verità. La sensibilità, la consapevolezza del valore delle competenze acquisite o da acquisire è inferiore in Italia rispetto ad altri Paesi con economie comparabili, se non peggiori, della nostra. C'è un recente rapporto istat che è laconicamente chiaro: ci sono settori nei quali meno del 40% delle aziende fa formazione e cosa ancor più grave è che il  74% di quelle che non la fanno hanno fatto questa scelta perché i loro dipendenti sarebbero già qualificati, che di per sé è una follia imprenditoriale … è come accettare di restare fermi in un mondo che corre… forse è anche da questi ragionamenti che troviamo le risposte alle domande, ai dubbi e perplessità sul futuro dell’economia italiana, ancor prima che scomodare politiche economiche del Paese piuttosto che contingenze più o meno internazionali.

Nelle aziende che ho visto è l’HR manager che si occupa della formazione. Nulla di male, ma ho come l’impressione che si chieda la formazione quando i cavalli sono già scappati dal recinto. Chi e quando invece dovrebbe richiedere l’intervento dell’HR manager e domandare formazione?

Improovo - FormazioneSai, quello che ancora a fatica si capisce è quanto strategica sia la sua funzione, quanto la sua gestione e sviluppo delle risorse debba essere poi al centro delle strategie aziendali. Ovviamente in questo la formazione riveste un ruolo importantissimo in quanto leva competitiva di primaria importanza. L’imprenditore o l’amministratore dovrebbe essere il primo a pretendere la crescita del suo capitale intangibile così come la pretende per quello tangibile, dovrebbe lavorare a strettissimo contatto con l’HR director, dovrebbero insieme declinare, in collaborazione con il management che quotidianamente vive i propri collaboratori e i loro fabbisogni, progetti e strategie. La formazione deve essere lo strumento, non il fine. Tra l’altro i dipendenti che fanno parte di organizzazioni con piani di sviluppo e formazione aziendale esprimono con un netto 10% in più la volontà di rimanere in un’azienda organizzata da un punto di vista del training rispetto ad altre sprovviste di piani strutturati.

Un altro elemento che ho visto caratterizzare l’approccio alla formazione delle aziende è quello di dire: ora le cose vanno male, parleremo di formazione quando l’economia si sarà ripresa. Peccato che poi quando le cose vanno meglio la scusa sia “abbiamo troppo da fare, penseremo più avanti alla formazione”. Come si esce da questo circolo vizioso?

In realtà un’azienda gestita da chi ha vera visione imprenditoriale (mi riferisco sia livello di proprietà che management) non dovrebbe proprio entrare in questo circolo vizioso. Dovrebbe trovare nei periodi di crisi il coraggio di investire in innovazione e sapere che anche, se non soprattutto, con nuove competenze del personale che si può puntare per esempio ad un riposizionamento competitivo, magari su altri mercati. Allo stesso modo chi non fa formazione perché troppo impegnato, ha una strategia altrettanto miope: mentre sei impegnato a massimizzare la tua produttività, il mondo procede a velocità sostenuta, lasciandoti indietro ad accumulare gap di vario tipo.

Quali sono i corsi che vanno di più nelle aziende e magari quelli che sono meno popolari ma che forse sarebbero utili a preparare le PMI alle sfide che questi “tempi interessanti” ci pongono?

Colazione di Lavoro - PodcastGuarda sono ormai un pò di anni che il mondo della formazione ha metabolizzato la difficoltà nell’adeguarsi per tempo ai cambiamenti in atto nelle aziende, in primis la digital transformation. Questo ha comportato una pesante rivalutazione da parte delle aziende, quelle che credono nel valore della formazione, delle tematiche cosiddette soft a discapito di quelle più spiccatamente hard, per formare i collaboratori non tanto su temi specifici quanto piuttosto in quelle competenze trasversali che rendono le risorse curiose, proattive, collaborative, predisposte all’autoapprendimento. È su questo tipo di sviluppo che, da azienda, investirei: corso di team building, corso di comunicazione efficace, corso di publick speaking, e così via. Questa cosa mi ricorda un pò il periodo universitario, quando giustamente a noi futuri ingegneri, non veniva spiegato come funziona un telefonino (parliamo del periodo della nascita dei GSM) perchè già dopo un anno quanto spiegato sarebbe stato antidiluviano, ma venivano forniti gli strumenti base, le conoscenze base per poter poi comprendere, studiando, qualsiasi cosa l’uomo stesse sviluppando nel merito.

Detto questo, ci sono tante aziende purtroppo che si muovono con una logica puramente reattiva (c’è il GDPR, tutti a sapere cos’è, c’è da rifare tal adeguatamente per la sicurezza, corri subito a i ripari) oppure con una più o meno equa distribuzione di questa opportunità fra le risorse ma senza una visione, senza un obiettivo, con commitment pressoché nullo della proprietà o del management.

Ad un certo punto della tua carriera hai inventato Improovo. Ci spieghi che cosa è?

ImproovoImproovo.com è una piattaforma dove si incontrano domanda ed offerta di formazione aziendale, aziende e formatori, ma non è un marketplace della formazione, non è un catalogo di corsi online. Abbiamo vestito ed adattato sul mercato della formazione aziendale il modello delle piattaforme di  crowdsourcing: tutto parte dall'esigenza formativa che viene pubblicata dall'azienda in piattaforma. I formatori iscritti al servizio, interessati all'opportunità, possono inviare le proprie candidature, dopodiché è l'azienda che, valutate le proposte ricevute in termini di programmi, curricula, feedback pregressi e prezzi, opera consapevolmente la scelta del fornitore più adatto. Il servizio è completamente gratis per chi cerca formazione mentre richiede un fee (tra l’altro molto piccola rispetto agli altri modelli di rivendita) al formatore solo in caso di aggiudicazione dell’opportunità, solo se in effetti andrà a fatturare sul cliente, molto win-win. Per i formatori iscriversi e candidarsi sui progetti delle aziende è completamente gratuito.

E perché dovrebbe essere utile? Quali vantaggi porta a chi lo utilizza e soprattutto perchè dovrei smettere di approvvigionarsi in maniera tradizionale?

L’azienda risparmia ovviamente tempo perché con un’unica richiesta caricata con un semplice form riceve diverse proposte senza dover gestire i rapporti commerciali con N diversi soggetti, ottiene quindi più scelta e proposte personalizzate. C’è poi un motivo meno elegante ma altrettanto importante: buona parte dei player del mercato sono dei rivenditori di formazione, che aggiungono sul costo del formatore spesso anche il 100 di ricarico. Questo determina che buona parte del nostro budget non va in formazione ma in intermediazione. Ecco, Improovo vuole mettere in collegamento diretto ed in modalità smart, le aziende ed i formatori.

Tu curi un podcast, prima di chiudere ci vuoi parlare di questa iniziativa?

Sì, sono un neo podcaster assolutamente in erba ed inadeguato alla conduzione, ma l'augurio è che i nostri ascoltatori trovino nei contenuti l’interesse e spunti per la quotidianità professionale. Il podcast si chiama "Colazione di Lavoro" e parla di risorse umane, digital transformation e sviluppo organizzativo. È un podcast certamente specifico, ma credo possa essere interessante per chiunque, pur non lavorando precisamente nelle risorse umane, abbia a che fare con il capitale umano e lavori in qualche modo per lo sviluppo di organizzazioni aziendali, di terzi o la propria.

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Note della puntata

Potewte contattare Germano Verì su Linkedin oppure scrivendo ai contatti del sito della sua piattaforma Improovo.
Il podcast di Germano è Colazione di Lavoro. Potete trovare tutte le informazioni sul sito ColazioneDiLavoro.co

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