Devi scegliere un consulente SEO e non sai con quali criteri effettuare la tua scelta?
Il tuo SEO specialist ti chiede di fare cose di cui non sei convinto?
Allora la puntata di oggi è fatta apposta per te. Parleremo infatti di come scegliere il proprio specialista di Search Engine Optimization grazie all'aiuto di Francesco Margherita.
Ti è piaciuta la puntata? Dillo su Twitter.Per chi non conoscesse Francesco Margherita, Francesco è uno consulente SEO, ambassador italiano di SEMrush e autore di diversi libri di digital marketing fra i quali: "Manuale di Seo Gardening". In questa puntata del podcast, Francesco ci aiuterà a districarci nel rapporto con i consulenti SEO.
Se fossi un imprenditore che non capisce nulla di SEO e avessi bisogno di uno specialista SEO che seguisse il mio progetto, investirei un po' di tempo sulle community SEO più seguite per leggere le cose che vengono scritte e i toni che si utilizzano. Mi fiderei di quei professionisti che si mostrano disponibili e che condividono indicazioni utili anche per gli altri. Al contrario diffiderei di quelli scontrosi che passano tutto il tempo a lamentarsi. Se si lamentano evidentemente il lavoro non deve andare così bene.
Cosa mi suggerisci di fare per aumentare il valore di questo progetto? Su quali aree di interesse è meglio concentrarsi? Ho sbagliato qualcosa fin ora?
Innanzitutto occorre conoscere gli obiettivi del progetto. Quando faccio questa domanda spesso mi sento rispondere “aumentare il traffico”, in realtà a me interessa capire a chi si rivolge il sito web e per vendere cosa. Il resto del lavoro è capire come strutturare l’offerta di contenuti a ragion veduta di una buona keyword research e di un’analisi dei concorrenti.
Le parole chiave servono a identificare e circoscrivere ambiti di ricerca. Vengono utilizzate per ottimizzare le principali referenze SEO di articoli, contenuti statici e tassonomie (categorie) del sito web. Oggi Google riesce a posizionare un contenuto per una chiave precisa anche se quella chiave non è presente nella pagina web, a patto che il contenuto sia rilevante. Ci riesce perché dall’introduzione di Hummingbird riesce a cogliere i sinonimi. Tuttavia è sempre meglio capire esattamente come cercano gli utenti trovando le parole chiave di interesse e analizzandone i volumi di ricerca. Per sceglierle utilizzo Semrush, un potente software di analisi di mercato web del quale mi fregio di essere brand ambassador per l’Italia.
Al di là degli aspetti legati all’ottimizzazione onpage, dal mio punto di vista significa coprire tutte le possibili intenzioni di ricerca intorno ad un problema conoscitivo. Una frase che riassume il mio modo di intendere la SEO copywriting è: “ occorre capire cos’altro interessa a chi effettua una query per la tua chiave di interesse”.
L’internal linking è il cuore della SEO. Lo spostamento di Juice da una pagina all’altra attraverso i link, fa capire a Google che esistono contenuti più rilevanti di altri per parole chiave specifiche. Spesso non si ragiona tanto sull’inserire link nel testo dei contenuti perché si pensa che bastino quelli nei menu di navigazione ad orientare il bot di Google, ma si ignora che i link ripetuti per tutte le pagine di un sito web è quasi come se non ci fossero. Per me una buona strategia di internal link non prescinde quindi dal creare link manualmente nel testo delle singole pagine, sempre verso i contenuti che ci interessa posizionare.
La (o il) link building è una pratica che amplifica un buon lavoro SEO. Significa che un sito web mono pagina e privo di contenuti significativi, difficilmente otterrà un buon posizionamento solo perché ottiene uno o più link di grande valore rispetto a una ricerca per la quale gli utenti si aspettano contenuti pieni di testo. Il Page Rank non è morto, semplicemente Google non ci mostra più il modo in cui misura il valore delle pagine dei nostri siti web. Fa bene.
Se si mette mano a un sito web è per migliorarne da un lato la struttura scansionabile e dall’altro l’offerta di valore. Fin quando si lavora in questa direzione con cognizione di causa non c’è nulla da temere, solo da guadagnare.
Oltre ai vari tools di Google, faccio uso principalmente di Semrush, un software davvero imprescindibile per fare keyword research e analisi dei concorrenti. Tuttavia la SEO si fa con la testa, l’esperienza e un pizzico di intuito. Il software più importante a disposizione di un SEO è il suo sguardo.
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