Centrale Rischi Banca D'Italia: Come si Analizza e come si Risolvono i Problemi

La Centrale Rischi è lo strumento che può farci ottenere grandi vantaggi con le Banche. Scopri perché nell'episodio di oggi.
Condividi:

Analizzare la Centrale Rischi della Banca D'Italia è fondamentale. Le aziende con una buona “storia creditizia” ottengono i finanziamenti a condizioni migliori e più facilmente. Oggi vediamo insieme l’importanza di auto-valutarsi anche su questi aspetti.

Il Podcast dove vuoi

Utilizza la tua app preferita  per ascoltare e premi SUBSCRIBE, è gratis!

Vi chiederete, ma cosa centrano marketing, vendite e CRM con l’affidabilità creditizia? Sappiamo bene che le aziende italiane hanno nel sistema bancario il loro primo partner e fornitore. un’azienda che vuole investire deve cercare chi questo denaro glielo possa dare.

Per questo credo che questo argomento sia molto più importante di quello che si crede anche alla luce della brutta nomea (in gran parte ingiustificata) che nel tempo di è fatta la centrale rischi. Cioè l’unico strumento, aggiornato con frequenza, che ci permette di parlare con la lingua delle banche e di avere la certezza di essere capiti.

Per trattare un argomento così ho bisogno sicuramente di un aiuto competente. Per questo ho chiamato Piergiacomo Drappero di Acris. Per chi non conoscesse Piergiaocomo Drappero, Piergiamoco è un esprto nell’analalisi della centrale rischi. Lui e il suo team, con un background proveniente dal settore informatico e bancario hanno realizzato un servizio web che analizza in pochissimi istanti la centrale rischi fornendo indicazioni concrete per risolvere problemi, migliorare la propria situazione e presentarsi al meglio quando si decide di entrare in dialogo con una banca.

Piergiacomo, quali strumenti ha in mano un’azienda per valutare la sua situazione? Non credo ci sia solo lo scostamento dal budget ad indicare la rotta…

No, infatti. Il budget indica quale strada ci si prefissa, è uno degli strumenti utili per raggiungere il risultato economico aziendale. Fatto ciò però è necessario monitorare e verificare che la gestione finanziaria dell’impresa segua nel tempo la rotta corretta. Come possiamo farlo?
Da questo punto di vista uno degli aspetti più “strategici” per un’impresa è quello dei flussi di cassa e la liquidità conseguente. Tensioni o criticità nella gestione dei flussi (di qualsiasi natura essi siano), come ben sappiamo, sono campanelli d’allarme, fondati, che potrebbero minare il risultato dell’azienda o addirittura la sua continuità. Uno strumento che possiamo utilizzare per tenere sotto controllo eventuali stati di tensione finanziaria (per tutto quello che concerne il rapporto con il sistema bancario) è analizzare la propria Centrale Rischi, il documento a cui si appoggia il sistema bancario - chissa perchè? 🙂 🙂 🙂 🙂 - per comprendere lo stato di salute dell’azienda. Entriamo nel campo che noi definiamo di autovalutazione. Oggi, e nel futuro sempre più, ci si dovrà attrezzare per autovalutarsi prima di posizionarsi verso l’esterno, una delle fonti di autovalutazione è proprio la Centrale Rischi.

Analisi Centrale Rischi Banca D'Italia

Nomini appunto la Centrale Rischi, ma non è il "luogo" dei cattivi pagatori? Quell'antro oscuro in cui se ci finisci solo dolori? Ci spieghi bene che cosa è?

Sfatiamo un mito. La Centrale Rischi non è il luogo dei cattivi pagatori. E’ vero che nel nostro immaginario collettivo la Centrale Rischi e la segnalazione in essa ha un’accezione negativa ma, in realtà, non corrisponde pienamente al vero.
Tecnicamente la Centrale Rischi è un archivio (gestito dalla Banca d’Italia) dove tutti gli intermediari finanziari vigilati (istituti di credito e finanziarie, per esempio) sono obbligati per legge a trasmettere tutti i dati sull’ indebitamento verso, appunto, il sistema bancario da parte di persone fisiche e persone giuridiche (le imprese). La stessa Banca d’Italia sottolinea che la CR determina potenziali benefici per i soggetti in essa censiti favorendone l’accesso al credito.
Come si traduce questa verità nella nostra quotidianità? L’impresa Alfa, ad esempio, accende un mutuo, un leasing, un finanziamento con la Banca Beta. Un mutuo, un leasing, un finanziamento, come sappiamo, lo si restituisce con un pagamento rateale, per esempio mensile. L’impresa, ogni mese pagherà una rata. Questo pagamento effettuato verrà dalla banca Beta incassato ed essa avrà, anche, l’obbligo di trasmettere il dato del pagamento alla Centrale Rischi, stesso obbligo di trasmissione del dato avverrà se l’impresa Alfa non dovesse pagare la rata. Quindi la Centrale rischi raccoglie sia i dati positivi (pagamento regolare delle rate dell’esempio) che i dati negativi (ritardo o mancato pagamento della rata) creando quindi una “storia” della solvibilità dell’impresa Alfa, la sua storia creditizia nella sostanza.

PierGiacomo Drappero - Analisi Centrale Rischi Banca D'Italia

Nella puntata con Sabina Ceola di Fabbrica Del Valore abbiamo imparato che parlare il linguaggio delle banche è importante. La CR è la vera lingua parlata dalle banche?

Si, avevo ascoltato con interesse quella puntata con la tua ospite Sabina Ceola condividendo al 100% ciò che aveva, giustamente, affermato ovvero che il sistema bancario necessita di colloquiare con l’impresa utilizzando gli strumenti che la banca adopera, in primis la Centrale Rischi. Quale è il problema? Che ancora ad oggi pochissimi conoscono la propria Centrale Rischi e quando dico la propria vuol proprio dire che il proprietario dei dati è il censito in Centrale Rischi (sia esso una persona fisica o una impresa) e il paradosso è che così non conosciamo i dati di cui siamo proprietari, che ci riguardano, che abbiamo diritto ad accedere e su cui siamo giudicati dal sistema bancario. Se noi non eliminiamo questa asimmetria informativa per cui la Banca utilizza legittimamente questo strumento e io non lo conosco o non conosco i dati disponibili al suo interno che mi appartengono - la strada per avere un rapporto virtuoso tra le parti sarà sempre in salita. Posso assicurare che un’impresa che si presenta al sistema bancario dichiarando, anche solo banalmente, di conoscere i propri dati presenti nella Centrale Rischi avrà un riguardo ben maggiore da parte degli istituti di credito rispetto a una che ancora oggi, ed è la stragrande maggioranza, non lo fa.

Analisi Centrale Rischi Banca D'Italia

Perché il sistema bancario la utilizza e non si basa sui bilanci per dare un merito di credito all'impresa?

Immagina di essere un uomo crediti della Banca e ti viene chiesto di comprendere se l’impresa Alfa, che ha fatto richiesta di un nuovo finanziamento (di qualsiasi natura) o di rinnovo di un affidamento in essere, ha quello che si chiama merito di credito per ottenerli. Valutare il merito di credito significa, tradotto in parole povere, conoscere quale rischio, io Banca, mi assumo concedendo denaro all’impresa Alfa. Più il merito di credito è positivo e meno rischi assumo come Banca. Più il merito di credito è positivo e più l’azienda Alfa otterrà denaro (e a condizioni tendenzialmente meno onerose). Come faccio a “valutare”? Un elemento di analisi è rappresentato dai Bilanci: ad oggi quelli depositati (cioè gli unici che le banche possono utilizzare formalmente per le proprie valutazioni e l’attribuzione del famigerato rating) sono nella stragrande maggioranza ancora quelli riferiti al 2019. Questo periodo storico tra l’altro (caratterizzato da diverse crisi economiche e finanziarie) torna utile per comprendere quanto tali dati e numeri siano da considerarsi obsoleti. Nel 2020 sappiamo tutti cosa è successo e difficilmente i bilanci che verranno depositati adesso saranno in linea con quelli precedenti (per i motivi dell'emergenza pandemica). Tu, come uomo crediti, te la sentiresti basandoti sui Bilanci 2019 approvare o no una pratica di affidamento? Credo di no. Quale è, invece, l’elemento di analisi che viene continuamente aggiornato mensilmente, che contiene i dati del comportamento creditizio storico dell’impresa Alfa? La Centrale Rischi. Va da sé che tale elemento, anche perché vige una stretta correlazione tra andamento della Centrale Rischi e l’andamento generale finanziario di una azienda, diventa particolarmente “pesante e strategico” nel tuo giudizio di merito di credito dell’impresa Alfa. Poi ci sono anche altri elementi di analisi, per esprimere il giudizio, tra cui quelli andamentali interni (che caratterizzano il rapporto con ogni singola Banca) e, più marginali come peso, quelli di natura qualitativa (ovvero elementi che caratterizzano peculiarmente l’azienda quali a titolo esemplificativo il settore di appartenenza, la compagine sociale, la storicità aziendale, ecc.).

Analisi Centrale Rischi Banca D'Italia

Quindi, se ancora non fosse chiaro, mi confermi che non parliamo di dati pubblici ricavabili da qualche portale online o da una semplice visura camerale, questi dati non sono disponibili se non lo vogliono gli interessati. Giusto?

Si, infatti. I dati presenti nella Centrale Rischi sono “riservati”. Possono fruirne solo alcune categorie: il proprietario dei dati, impresa o persona fisica, ovviamente il sistema bancario (principale utilizzatore e motivo per cui è stata creata la Centrale Rischi) e poi, in casistiche particolari, il tutore, il curatore fallimentare, i soci di società di srl, i revisori, l’avvocato con la procura alle liti e anche gli organi di indagine di polizia.
Cosa significa tutto ciò? che io, Piergiacomo, non posso chiedere a Banca d’Italia la tua Centrale Rischi, Giorgio. Certo, nulla vieta a te, Giorgio, di inviarmi la tua Centrale Rischi. Colgo l’occasione anche per ricordare che la richiesta a Banca d’Italia dei dati CR non prevede alcun costo, l’accesso è in forma esclusivamente gratuita.

Acris ha realizzato un software che consente di esaminare la CR e di renderla “intelligibile” anche dagli “umani”. Ma credo che questo sia solo il livello base, perché mi immagino che poi i clienti più che al cruscotto semplificato vogliano accedere alla consulenza....

Si, esatto, partiamo da un documento in pdf che normalmente è di parecchie centinaia di pagine come rilasciato da Banca d’Italia, pieno zeppo di informazioni e dati, nel complesso piuttosto grezzi e di difficile lettura e interpretazione. Ricordo che la Centrale Rischi è fonte informativa profonda. Detto ciò, è facilmente comprensibile come un pdf di cosi tante pagine, se lo si vuole “lavorare” (estrapolare dati, creare un andamentale mensile di come i numeri si sono evoluti, elenchi divisi per istituto di credito o per famiglia di affidamenti/finanziamenti, elenco delle garanzie e altre molte informazioni utili) lo si può fare esclusivamente prendendo i dati e popolare, per esempio, un foglio di excel. La nostra web-solution in modo automatico e in tempo reale estrae tutti i dati disponibili nel suddetto documento, li riclassifica e li analizza secondo logiche bancarie (al pari di una analisi di un bilancio) e li restituisce in modo chiaro, organico e di facile lettura mediante un cruscotto direzionale. Come hai detto bene tu, questo è però solo l’inizio del percorso, l’analisi apre spesso una moltitudine di scenari, cito i due più conosciuti e ricorrenti:

  • l’evidenza di errate segnalazioni da parte del sistema bancario (che nuocciono, in termini di merito di credito, tanto quanto quelle negative ma corrette), sulla quale è necessario intervenire immediatamente con richiesta di rettifica e pieno ripristino delle informazioni giuste
  • l’errata gestione della tesoreria aziendale (in particolare per la parte riguardante l’utilizzo delle linee di credito bancarie) che porta nel tempo a tensioni nei rapporti con gli istituti di credito, faccio un banale esempio che nasce casi reali di nostre aziende clienti, utilizzare aperture di credito in conto corrente oltre determinate soglie percentuali (oltre cui i tiraggi diventano patologici) su alcune banche quando al contempo su altre vi è ampia disponibilità inutilizzata, semplici girofondi permettono di evitare il deterioramento andamentale; ma potremmo anche parlare di errate scelte della forma tecnica di finanziamento e di tante altre situazioni che giocano contro …

So che non puoi assolutamente fare nomi, ma ci fai qualche esempio di come, concretamente una centrale rischi analizzata con costanza può avvantaggiare un’azienda?

Ti faccio un esempio opposto, che colpisce ancora di più, un caso dove, un’impresa di Novara, di buona levatura, per non aver analizzato la propria centrale rischi ha messo tempo fa a rischio tutto un progetto di investimento. Tale azienda aveva necessità di approvvigionarsi dal sistema bancario per un nuovo progetto, per fare ciò pensò privilegiare la Banca Popolare di Novara come controparte bancaria perché in rapporti da moltissimi anni e Banca di riferimento. Questa scelta fu corretta, come dicevo prima, la “storicità” del rapporto ha un suo valore nel rapporto impresa/banca. Immaginati, quindi, l’azienda preparare tutto il progetto da presentare per il finanziamento, spendendo ore di lavoro per la sua preparazione. All’epoca, la BP Novara era di proprietà del Banco Popolare, l’iter decisionale, benché l’istruttoria crediti fu svolta inizialmente a Novara, prevedeva competenza di delibera a Verona presso la struttura centrale. Va da sé che a Verona ci si basò sui numeri e gli elementi qualitativi del Cliente non fu possibile trasferirli pienamente alla struttura centrale che ovviamente non aveva conoscenza diretta dell’azienda. Specifico che neanche più il Banco Popolare oggi esiste, ma pochi anni fa si. L’ufficio di Verona per prima cosa valuta la Centrale Rischi del Cliente e cosa scopre? uno sconfino su un affidamento in essere con il sistema bancario di ben € 800k. Per l’ufficio centrale la pratica era già terminata li, con tutte le conseguenze del caso. L’azienda cade, letteralmente, dal pero. A quel punto, come potrai ben immaginare, l’azienda fa richiesta della propria centrale rischi, scopre che la banca che aveva “segnalato” gli € 800k era stata Unicredit. Ora, c’è un altro aspetto da comprendere, in questa vicenda: Unicredit una volta informata della problematica ha, idealmente, alzato la mano e ammesso l’errore di segnalazione. Posso anche dire che sono cose che succedono, immaginati la quantità di dati che passano una volta al mese tra tutti gli istituti bancari e banca d’ Italia, di tutte le aziende italiane e/o persone fisiche che hanno una situazione debitoria con esse. Sono miliardi e miliardi di dati. L’ammissione dell’errore da parte di un istituto di credito non comporta l’immediata rettifica della segnalazione errata, non basta, la comunicazione giustificativa (anche ufficiale) dell’istituto, è necessario attendere che il flusso informativo di rettifica venga fatto nei tempi canonici verso Banca d’Italia che possono anche essere di un paio di mesi.
Riavvolgiamo il nastro della vicenda, e immaginiamo che l’azienda Alfa, nella preparazione dei dossier del progetto da presentare alla Banca di Novara avesse chiesto proattivamente la propria centrale rischi prima di interfacciarsi con la banca Pop. Novara. Sarebbe saltata fuori la segnalazione errata in questione, l’azienda avrebbe immediatamente iniziato la pratica per la correzione e, nel dossier di presentazione avrebbe avvertito la Banca Pop. di Novara preventivamente del problema e, credimi, è ben diverso comunicare un errore ad una controparte (tra l’altro non addossabile all’azienda) che farlo scoprire in autonomia dall’ufficio crediti, che si trova, oltretutto a Verona.
Spero che questa vicenda presa ad esempio possa far comprendere il motivo del perchè la centrale rischi vada monitorata, presidiata ed analizzata costantemente.

Perché gli imprenditori "vivono male" la Centrale Rischi?

Per quello che hai detto prima. Nel nostro immaginario collettivo la CR è un “luogo” dove vengono segnalati i cattivi pagatori. Questo aspetto è radicato nella nostra testa. Inoltre, ci sono aspetti oggettivi: leggere una Centrale Rischi non è cosi facile anche se negli ultimi anni Banca d’Italia ha fatto molti sforzi per renderla più intelligibile. Solo 5 o 6 anni fa era fatta completamente di codici. In soldoni, o conoscevi i codici o non potevi leggerla. Altro aspetto, normalmente, una centrale rischi è formata da un pdf di parecchie pagine (parliamo per un’azienda mediamente indebitata verso il sistema bancario di 3/400 pagine ma noi analizziamo documenti che talvolta superano il migliaio di pagine) e il gioco è fatto. Per molte persone, inoltre, la centrale rischi è un documento ad esclusivo appannaggio del sistema bancario. Non nascondo che parte del nostro lavoro è quello di aiutare a far comprendere agli imprenditori che la Centrale Rischi è un biglietto da visita importante che ognuno deve ben conoscere.

Immagino che qualcuno che ascolta questa nostra chiacchierata potrebbe aver avuto qualche problema e avere un qualche grattacapo con la Centrale Rischi, in questo caso voi offrite supporto per poter “rimettere a posto” la CR a chi ha avuto problemi?

Certamente, in moltissimi casi, per rifarmi alla battuta fatta prima, l’imprenditore cade dal pero perché non sa di avere un problema in Centrale Rischi. La situazione la si risolve sempre, o facendo correggere l’istituto di credito che ha commesso un errore di trasmissione, o spiegando all’imprenditore come gestire la disponibilità di denaro comprato dalle banche con alcuni accorgimenti che sono “graditi” al sistema bancario, o andando a fare un percorso che diventa virtuoso nel tempo perché, ricordiamocelo, più la banca diminuisce i rischi assunti nei confronti dell’impresa più il rapporto sarà nel tempo lineare e costruttivo e a costi minori.
In generale comunque è utile abituarsi a monitorare la Centrale Rischi, e parlo in particolar modo delle imprese, nell’ottica, strategica, di tenere continuativamente sotto controllo il proprio merito andamentale e la correttezza delle segnalazioni effettuate dalle banche, nel segno del vecchio motto “prevenire è meglio che curare” che si sposa perfettamente al concetto di monitoraggio nel tempo. Molte nostre imprese clienti si sono ormai abituate a tale approccio proattivo, non più passivo, tant’è che vedono i nostri servizi come un abbonamento annuale informativo e puntuale a supporto della gestione finanziaria aziendale.

Piergiacomo, posso chiederti una cortesia? Io ho faticato a capire la questione della CR fino a che tu non mi hai insegnato a scaricare la mia e me l’hai analizzata. Riusciresti ad offrire una prima analisi CR agli ascoltatori di Merita? Ovviamente gratis… 😉

Con grande piacere, direi che il primo passo è farne richiesta, non è difficile ma per chi non l’ha mai fatto può creare alcune insicurezze. Oggi i mezzi utilizzati sono due: da poco più di un anno Banca d’Italia, nell’ottica della semplificazione del colloquio con il cittadino ha messo a disposizione un sistema per il download della propria Centrale Rischi utilizzando le credenziali SPID (l’identità digitale verso la Pubblica Amministrazione di cui Banca d’Italia, ovviamente, ne fa parte) oppure compilando un modulo prestampato con invio, via Pec, ad una delle sue filiali territoriali. Per chi ha piacere o necessità, una volta ricevuta la propria Centrale Rischi andremo ad analizzarla insieme.

Note

"Finanziamenti alle Imprese: Come si Parla alle Banche" è il titolo della puntata con Sabina Ceola che è stata citata oggi.

Puoi contattare Piergiacomo Drappero su Linkedin oppure al sito di Acris.

Per avere l'analisi preliminare gratuita, puoi compilare il modulo di richiesta qui. Verrai ricontattato velocemente.

- 12 Febbraio 2024

Social Media Manager: serve o non serve?

Molti imprenditori si lamentano di non avere risultati dai social. Cerchiamo di capire come si possono approcciare per fare in modo che rendano.
- 5 Febbraio 2024

Creator Economy: il WEB3 la cambierà per sempre.

Come il web3 è destinato a trasformare la Creator Economy. Anche se ci vorrà tempo...
- 29 Gennaio 2024

Crypto YouTuber: la storia di Davide Vasco

La storia di come Davide Vasco ha aperto il suo canale YouTube raccontando errori e prospettive dei suoi investimenti in crypto.

ENTRA NELLA COMMUNITY
Iscriviti alla newsletter e ricevi l'invito al Gruppo riservato agli ascoltatori del podcast.

crossmenu