Fare podcasting per un anno: che cosa ho imparato

Arriva il 2017 e mi accorgo che ho passato l'anno appena trascorso a fare podcasting: quali vantaggi ne ho tratto?Vi immagino ancora sazi e satolli dai cenoni a cui avete partecipato, ma sia che abbiate sbocciato alla grande o che siate stati a casa ad aspettare i figli che andavano a una festa, sappiate che […]
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Arriva il 2017 e mi accorgo che ho passato l'anno appena trascorso a fare podcasting: quali vantaggi ne ho tratto?
Vi immagino ancora sazi e satolli dai cenoni a cui avete partecipato, ma sia che abbiate sbocciato alla grande o che siate stati a casa ad aspettare i figli che andavano a una festa, sappiate che non è ancora finita: dovete sopravvivere all’Epifania. Poi, solo allora, potrete spendere le ultime energie per richiudere albero e presepe negli scatoloni.
Durante quest’anno ho pensato moltissimo agli ascoltatori del podcast. E devo dire che vi ho pensato laboriosi, desiderosi di capire di più di un mondo che cambia, pronti a dare una mano…

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Ma mentre voi avete avuto un intero anno di podcasting per farvi un’idea di chi sono io, io ho avuto pochissime occasioni di sapere chi siete voi.
Per questo ho deciso di chiedervi una mano a rendere il podcast migliore. Ho bisogno delle vostre indicazioni. Se da un lato questa puntata vuole fare un piccolo bilancio dell’anno che si è appena concluso lo scopo principale è segnare con voi la direzione da prendere nel 2017.

Per questo vi chiedo di partecipare a un velocissimo sondaggio: MERITA.BIZ/sondaggio. Sono meno di 15 domande e per rispondere ci vogliono meno di 3 minuti. Se volete che il podcast migliori, fatemi sapere come con pochi click. È un favore che fate a me, ma anche un favore che fate a voi perché le risposte faranno evolvere il podcast in una direzione più interessante per voi.

Ora come vi ho accennato, vorrei raccontarvi in totale sincerità le cose che ho imparato in questo primo anno di podcasting. Numeri in chiaro, successi e fallimenti di un’avventura che è stata veramente entusiasmante ma non sempre facile.

Poco più di un anno fa iniziava la mia avventura nel mondo del podcasting. Cosa avevo in comune con questo mondo? Pochissimo.
Ero un ascoltatore, un fruitore di contenuti, che in un certo senso sono stati in grado di suggerirmi alcune scelte azzeccate in ambito professionale. Devo dire ascoltare podcast mi ha sempre fatto stare sulla frontiera, in posti in cui si capisce prima che il vento cambierà e da quale direzione spirerà.

Ma a parte questo non avevo idea di come registrare, come montare, come pubblicare, come creare i contenuti. Ora se non posso dire di padroneggiare tutto ciò, posso sicuramente affermare di aver fatto molti progressi.

Business for punks

Anche se lo show non è proprio come vorrei, ci sono molte cose che ho in mente per migliorarlo, ma non posso negare che per me il podcast sia stato molto molto utile e così ho pensato di condividere una review dell’annata passata.
Piccolo bilancio: cosa ha funzionato, cosa non ha funzionato...ma prima vorrei dirvi perchè lo faccio.
Fondamentalmente per due motivi.

All’inizio dell’estate mi parlarono di un libro scritto dai ragazzi della brewdog, l’azienda produttrice di craft beer famosa per il suo stile non convenzionale.
Il libro si intitola “Business for punks”, vi trovate il link nelle note qui in fondo. In pratica è la storia della loro avventura imprenditoriale che da due appassionati di birra li ha portati a superare il 500 dipendenti. A parte tutti gli aneddoti avvincenti che si possono trovare nel libro (non convenzionale proprio come la loro birra) ne ho trovato uno che mi ha colpito veramente.

Nei locali Brewdog si vendono anche altre craft beer. Uno potrebbe dire che è una cosa da folli dare spazio ai concorrenti nel proprio locale, ma quelli della Brewdog la pensano diversamente. Il loro problema non è tanto misurarsi con i concorrenti, ma che cresca il movimento degli appassionati di birra artigianale. Più appassionati ci saranno più il mercato sarà grande, più grande sarà il mercato della birra artigianale più ci sarà spazio per tutti. Quindi se produci una birra artigianale di ottima qualità puoi entrare anche negli store della Brewdog, curioso vero?!

Con la stessa idea in testa voglio raccontarvi la mia avventura nel mondo del podcasting perché anche voi possiate valutare di farne parte. Poco mi importa se aprirete un podcast di internet marketing. Contribuirete ad ampliare il mercato, perciò ne beneficeremo tutti.

Il secondo motivo per cui vi parlo di queste cose è che dopo anni passati a misurare i miei risultati per confrontarli con gli altri ho finalmente capito che c’è una sola gara nella vita: quella contro se stessi. Di colpo mi sono liberato di concorrenti e competitor. Ora non non ho più ansia, perciò non ho timore di raccontarvi come stanno andando le cose.

Così iniziamo a parlare di come è andato il primo anno di Merita Business Podcast.
Per far gli amanti della matematica ecco un po’ di numeri.

Ho iniziato formalmente il 30 novembre 2015 ma fino a gennaio ho avuto così pochi download che nemmeno mi sembra ne valesse la pena.
I primi segni di un flebile interesse li ho avuti il mese di Gennaio 2016 con 126 ascolti/mese.

Una vera miseria.

Tenete conto che avevo già fatto uscire 9 puntate perciò ero abbastanza deluso. A inizio Febbraio le cose non vanno meglio, il trend è sempre sul basso, poi la svolta: iTunes nomina il podcast e lo mette nei degni di nota e gli ascolti passano di colpo ai 3268 di febbraio e ai 4675 di marzo.

Ovviamente l’entusiasmo sale alle stelle! Iniziano a fioccare un sacco di recensioni su iTunes e il podcast comincia a farsi un nome.

Poi la magia di iTunes finisce… -30% degli ascolti nel mese di Aprile. Subito non ci rimasi bene.

Non sapevo nulla di quanto influiva iTunes sul mio podcast e non avevo idea di cosa avessi combinato. Non mi sono dato per vinto. Ho continuato a puntare sul podcast e solo a luglio sono riuscito a superare i risultati di marzo. Ovviamente ad agosto ho avuto un leggero calo dovuto alla stagione, ma alla fine da Luglio il podcast ha continuato a crescere.

Non linearmente, non esponenzialmente, ma a crescere tipo le montagne russe: un po' su, un po' giù, ma sempre meglio del mese prima.

Nel mese di dicembre 2016 ho sfiorato i 10.000 ascolti in un mese di pochissimo. Anche se i dati sono stati inaspettatamente buoni, nemmeno questa volta ho smesso di imparare.

Due cose in particolare: la prima, mai fare uscire una puntata la mattina in cui vengono pubblicati i risultati di una consultazione politica. Il lancio del 5 dicembre è stato il peggiore di sempre.

La seconda, il periodo natalizio non è proprio il migliore per il podcasting.

Per quanto riguarda invece le puntate più ascoltate posso dire che la prima puntata di questa classifica è la puntata del 3 luglio dal titolo: “Telegram Messenger: tutto quello che devi sapere - Intervista a Giada Centofanti”, la seconda è in realtà la prima, la prima puntata registrata in assoluto, quella con Francesca Marano dal titolo “come scrivere un business plan”.

A dire il vero questa puntata gode di un vantaggio temporale rispetto alle altre ma soprattutto è la prima e le persone tendono ad ascoltarla come se fosse un po’ il “manifesto” del podcast. Insomma la puntata unisce un argomento interessante, un buon relatore, un vantaggio oggettivo legato al tempo. Peccato, non averci pensato per tempo a scrivere un manifesto. Forse, col senno di poi caposco di aver perso un’occasione…
La terza è quella registrata con Irene Mingozzi da San Francisco: “Startup Italiane: quali opportunità per chi vuol far impresa?”. Le startup e l’america sono un argomento che tira di brutto.

Questo è il podio. Un grazie va a questi ospiti e a tutti gli altri che hanno mi hanno dato fiducia e si sono resi disponibili. Sicuramente sono gli ospiti uno degli asset fondamentali del podcast.
Finito coi numeri, lasciate che vi racconti qualche cosa più legata ai benefici difficilmente misurabili ma non meno importanti.

Fare podcasting per un anno: quali vantaggi lavorativi?

Facendo tutte queste interviste ho iniziato a costruire una rete di rapporti selezionata e competente nel mondo dell’internet marketing. So chi fa che cosa, chi la sa fare bene, chi può aiutarmi, chi posso segnalare ai miei clienti senza timore di fare figuracce.

Con alcuni di questi ospiti sono poi nate delle belle amicizie anche al di fuori dell’ambito lavorativo. Alla fine sono tutte persone con cui ho molto in comune. Questo è accaduto anche con qualche ascoltatore che si è fatto riconoscere durante gli eventi a cui ho partecipato.
Sono certo di non svelare alcun segreto se vi dico che grazie agli ospiti ho imparato tante cose che non conoscevo, una fra tante: chi si aspettava esistesse un mercato di compravendita di siti come se fossero proprietà immobiliari? [Vedi merita.biz/31]

Fare podcasting in italiano

Un ospite poi è diventato anche co-autore di moltissimi episodi del podcast. Parlo di Giada Centofanti che cura la rubrica Merita Business Tool. Sono proprio felice di aver iniziato a lavorare con lei e spero che questo percorso possa essere utile alla costruzione della sua carriera professionale.

Per quanto concerne il lavoro coi clienti, il podcast mi ha permesso di accompagnarli durante il percorso di decision making. Mi è capitato più volte che prospect incontrati una volta e con cui non si era concluso nulla, mi abbiano poi richiamato per nuove opportunità perché “gli faccio compagnia nei viaggi in macchina attraverso il podcast”.

E questo se ci pensate è un valore incredibile per chi non ha una struttura a garantrgli un contatto costante con i clienti.

Il podcast coccola l'EGO

Anche l’autostima ha avuto vantaggi dal podcasting. Parlando con una ragazza ad un evento mi ha detto: “ma tu hai la voce uguale a uno di un podcast che ascolto sempre”. Non ha fatto in tempo a finire che il mio ego si era già espanso sino ai confini della galassia!

C’è chi dice che il podcasting non sia faticoso. Non sono proprio proprio della stessa opinione. Essere rilevanti per la propria nicchia richiede dominio di sé e costanza. Cose che non sono proprio a buon mercato. Anche se poi, il tempo porta dei risultati interessanti.
Bene ma se ascolti e recensioni su iTunes sono andati bene, quali sono gli altri risultati ottenuti con il podcast?

Fare podcasting fa bene al fatturato

Se da un lato posso dire di occuparmi da sempre di marketing, il freelance non l'avevo mai fatto e a dire il vero mi aspettavo un avvio più lento. Alla fine mi ero fatto una forbice di fatturato da raggiungere da un minimo sotto al quale chiudevo l’esperienza ad un massimo che sarebbe stato proprio il risultato migliore. Una cifra l'avevo ragionata, non buttata lì a caso. Bene, l’ho superata del 33%.

Visto lo stupore della commercialista per il bilancio del primo anno tutto sommato non erano cifre campate in aria. Sicuramente a livello di personal branding il podcast mi ha aiutato a chiudere. Lo sento dalla familiarità con cui si affrontano le discussioni con i clienti. A volte mi percepiscono come una vecchia conoscenza, anche se ci avrò parlato sì e no poche volte, loro mi hanno ascoltato per ore a passeggio col cane o in auto, in bici o in palestra.

Altro vantaggio regalato dal podcast: mi hanno chiesto dei guest post su vari blog, il più interessanti forse è quello che ho scritto per SEMrush sul podcasting. Vi metto i dati nelle note nel caso lo voleste leggere, serve per impostare il lavoro di promozione di un podcast e contiene tutte le cose che ho imparato.

Fare podcasting aiuta la tua immagine

Avere la possibilità di essere invitato a eventi come ospite o media partner è un privilegio che quest’anno mi ha sorpreso. Sono stato invitato a parlare come speaker a degli eventi di clienti e due grossi eventi di marketing a Milano mi hanno invitato come media partner. Sono eventi che hanno un biglietto di ingresso costosetto...peccato essere riuscito ad andare solo a uno di questi.

Al secondo, a dire il vero interessantissimo, non sono riuscito ad andare perché in quei due giorni sono diventato zio. Mio fratello e sua moglie hanno messo al mondo Giacomo e io ho preferito rinunciare per andare a conoscere mio nipote.

Cosa invece non ha funzionato?

Diciamo che sebbene sia un miracolo che non abbia sgarrato nessuna settimana, avrei preferito organizzarmi un po’ meglio avendo un buffer di episodi pre-registrati più ampio. Questo sarà una delle attività che mi dovrò imporre nel 2017, dove ho l'obiettivo di avere 8 settimane di puntate sempre in anticipo già pronte. Sarà dura, l’obiettivo è ambizioso, ma sento che devo arrivare a gestire meglio questa componente del tempo che mi ha fatto faticare molto.

Un’altra cosa che non ha funzionato sempre bene è stata la qualità audio. Qui penso di aver risolto abbastanza brillantemente negli ultimi episodi. Anche qui lezione imparata a caro prezzo, poi mi dite nei commenti se avete notato dei miglioramenti.

Nella seconda metà del 2016 avevo in mente di iniziare a fare un po’ di advertising sul podcast. Non ho fatto nulla, zero, nemmeno una sponsorizzata su Facebook da 5 euro. Nada de nada. Da un certo punto di vista me lo ero messo nelle cose da fare e non l’ho fatto. Quindi è un fail.

Altro mezzo fail, anche se forse dovrei parlare più di un proposito, è quello di cercare proattivamente degli sponsor per il podcast. Il lavoro fatto quest’anno non è andato malissimo se consideriamo il fatto che non ho mai spinto o cercato attivamente degli inserzionisti, l’anno prossimo ho deciso che questo cambierà. Inizierò a cercare sponsorizzazioni per il podcast in linea con i gusti e le aspettative degli ascoltatori.

Migliorare il podcast? Rispondete a questi sondaggio.

Ora sapete un sacco di cose sul podcast e su di me. Anche a me piacerebbe sapere qualche cosa su di voi...il metodo migliore? Partecipate al sondaggio: merita.biz/sondaggio.

Note della puntata

L’articolo apparso su SEMRush si intitola: Guida alla creazione di un Podcast di successo.
Il libro dei ragazzi della Brewdog si intitola "Business for punks" e lo potete acquistare su Amazon.

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